LA REGIONE DEGLI ARCHETIPI

" Non posso fare a meno di considerare la reazione che comincia a manifestarsi in Occidente contro l'intelletto... in favore dell'intuizione, come un segno di progresso culturale, un ampliamento della coscienza oltre i limiti angusti posti da un intelletto tirannico".

C.G. JUNG

lunedì 2 novembre 2015

L'Astrologia è una scienza?

Le case astrologiche sono posizioni virtuali.


La costellazione reale e il segno zodiacale che ne porta il nome non coincidono affatto.

 Tutto lo Zodiaco è “virtuale”.


Se leggete il mio blog sarete di certo esperti in materia astrologica, tanto da sapere che l’Ariete non è più il segno che nasce il 21 Marzo, ma è il Pesci. Fra poco ci sarà l’Acquario…o forse già ci stiamo dentro.

La divisione in 30 gradi è “virtuale”.
I confini delle costellazioni sono “virtuali”.
Le cuspidi, quindi, sono solo punti “virtuali”.



Quando si dice che un pianeta transita in un Segno Zodiacale in realtà si indica la sua posizione “virtuale” e non la vera posizione nello spazio.

L’unica cosa concreta è che l’Oroscopo si origina e si caratterizza col succedersi delle stagioni: Primavera, Estate, Autunno e Inverno. All'inizio di ogni stagione, e nel suo sviluppo, la Terra assorbe determinate energie dall'Universo. Uguali e ripetibili nel tempo.
Che ci sia una costellazione o un’altra dietro il cielo di Marzo, se quella è la Primavera, vuol dire che tutto si attiva, che arrivano i doni. Quindi la qualità dell’archetipo rimane invariata nonostante vari la costellazione visiva.

Il dato che prevede l’Ariete come prima influenza dello Zodiaco e i Pesci come energia finale è archetipico: caratteristiche fisse derivate dalle energie, dalla luce e dalla vitalità manifeste in quei mesi. Poi, che ci siano realmente i Pesci o l’Ariete, poco importa. È la qualità dell’energia ricevuta che rimane invariata. Il simbolo archetipico non varia. (Questo dice l'astrologia "occidentale"...sarà vero? per gli Indiani non è così! - ... indagine in corso...)

La costellazione reale, quella che appare nel cielo del 21 marzo, potrà influenzare le caratteristiche dei secoli a venire (la qualità che si evolverà)  non l’archetipo dei singoli segni e delle case astrologiche.
È come dire che un Ariete, nell'Era dell’Ariete, era il primo a conquistare o combattere, nell'Era dei Pesci è stato il primo a credere o difendere, nell'Era dell’Acquario sarà il primo a condividere progetti e a volare con gli UFO…chissà.

Col passare delle Ere, nonostante la loro purezza, i segni si emancipano. Come l’uomo.

Questo articolo è dedicato a tutti gli studiosi che sopravvalutano la conoscenza Astronomica rispetto al concetto di empatia e visualizzazione.

Conoscere il peso specifico di Giove, o la densità di Nettuno, o il buco nero o la sacca o la fascia o, o..o, credo sia meraviglioso, ma poco funzionale alla natura stessa dell’Astrologia.
È importante frequentare corsi o scuole di Astrologia che puntualizzano anche l’Astronomia, ma il concetto è diametralmente opposto. Incongruente.
Spesso sento dire che l’Astrologia, al contrario di altre “scienze” divinatorie, è quella ove la tecnica e la misurazione prevalgono sull'empatia e la sensitività dell’operatore. Niente di più errato. Tecnica di cosa? E misurazione di cosa? Si tratta di simboli e archetipi - così come simbolo e archetipo è ogni altra scienza  divinatoria. Si parte da un presupposto tangibile e ripetibile: le stagioni - l’evidenza della luce e della vitalità dei periodi, l’osservazione dei cambiamenti, la loro ciclicità - …tutto il resto è metafisica, percezione, sensibilità. Niente di fisico, niente di calcolabile (per come oggi concepiamo il concetto di calcolo).

C’è un modo di interpretare i simboli in occidente, un altro in Cina e diverso è quello indiano. C’è chi punta tutto sul Sole, chi sui cicli di Giove e chi sulla Luna.

Lo sapete che i pianeti non sono mai retrogradi? Certo che lo sapete. È solo il punto di vista della Terra a farli diventare retrogradi. Eppure, l’interpretazione simbolica, cambia tantissimo.

D'altronde il "simbolo" acquisisce sostanza solo se siamo noi a dargliela. Il simbolo è una proiezione di "qualcosa" dentro di noi, in noi "scolpita". (Archetipo)

Dunque concludo invitandovi a svegliare il vostro lato destro e foraggiare il sinistro, affinché vada oltre i veli, spesso tersi e ingombranti, creati dall'intelletto.